
GIONA:
il profeta del ciclismo spontaneo
12 luglio 2019
Cosa c’è a mezza via tra un cicloturista (molto veloce)
e un ultracyclist? C’è Giona Uccelli.
La sua faccia sembra scolpita nel legno, un po’ come l’immortale cavaliere nel “Settimo Sigillo” di Bergman. Insomma un tipo tosto, asciutto, determinato, senza troppi fronzoli intorno eppure di grande fascino. Perché nel ciclismo l’essenzialità premia e arricchisce. Soprattutto l’anima di chi pratica questo meraviglioso sport senza farsi troppe domande, ma, forse, semplicemente per darsi delle risposte.
Abbiamo conosciuto Giona un po’ per caso, su segnalazione di amici di amici. Tra sportivi la comunicazione passa così, di ruota in ruota.

Giona ha deciso di concentrarsi sul suo “essere ciclista” dopo un passato da pattinatore, canoista e infine da triatleta. Il suo papà a quarant’anni amava fare le granfondo e il piccolo Giona, già a 6, frullava sui pedali. Niente gare ancora, ma tutta la domenica si passava sul sellino. A un certo punto della vita accade quindi di volersi concentrare sulle cose che piacciono veramente. Il nuoto? Non lo faveva impazzire. La corsa? Meglio il vento che muove la sua lunga e folta barba rossa alle velocità ben più significative che solo la bici fa raggiungere.
Così è scoccata, tra noi di PH e Giona, la scintilla giusta. Quella che ci ha fatto dire: “non ci interessa cosa farai quest’anno. Ci interessa quello che farai l’anno prossimo e quello che farai l’anno dopo ancora…”.
Perché PH non è da una “botta e via”.

E poi Giona è uno di noi.
Sta approcciando il ciclismo con la giusta umiltà, preparandosi day by day nella sua Ferrara e non solo. In gennaio come tanti amatori veramente appassionati è emigrato come una rondine a Tenerife, l’isola più grande e meno ventosa delle Canarie. Obiettivo? Lavorare sulla soglia con già un grande sogno in testa: affrontare la terza edizione della tostissima IncaDivide dal 14 al 23 agosto. Una “passeggiata” tra le ridenti colline peruviane di circa 1.650 Km con la bellezza di 23.000 mt da scalare. Tempo massimo per affrontare tutto ciò: 10 giorni, ovvero 240 ore. Da capire poi quanto si potrà dormire in questo esiguo quanto infinito lasso di tempo.
A Tenerife quindi, con il sogno Inca a stuzzicare i polpacci, Giona ha fatto le cose per bene e nel suo stile, cioè nella più totale normalità. Sì perché Giona insegna scienze motorie e quindi sa bene, anche grazie al pilates, quanto è importante mantenere il grasso corporeo entro una certa soglia. Attualmente il suo non supera il 7%… invidia pura! Per mantenersi così segue la sua “dieta Amish”, così ama definirla, che sprizza bontà vegetariana da ogni legume.

Mai stato un fan delle proteine, dice. E la cosa ci piace anche se a noi di PH la proteina talvolta la gustiamo bella al sangue. Bello però trovare chi ce la fa bene anche senza bistecca che oggi, va detto, non va più tanto di moda tra gli sportivi. E sempre di più si incontrano infatti specialisti delle lunghe distanze che prediligono pane, pomodoro e insalata, piuttosto che appesantirsi con costolette e braciole.
E in attesa della IncaDivide come prosegue la preparazione di Giona?
Continuate a seguirci e lo scoprirete!
Le immagini della gallery sono state realizzate da Giona Uccelli durante i suoi allenamenti a Tenerife





