
Cristian,
il Pusharder dei viaggi verso casa
12 luglio 2019
appassionato trailrunner e cicloviaggiatore nostalgico
con trentennale esperienza sulle strade di mezza Europa
Cristian, 49 anni, pusharder DOP del Lago di Garda veronese, appassionato trailrunner e cicloviaggiatore nostalgico con trentennale esperienza sulle strade di mezza Europa non senza digressioni extracontinentali (Nuova Zelanda 2001, Madagascar 2007, Stati Uniti 2009).
Da quando tiene famiglia, continua a viaggiare, ma la meta, ora e più di prima, è sempre il ritorno a casa. Perfezionista mancato, come ama autodefinirsi, resta legato a una visione “teutonica” del viaggiare in bici ovvero tutta “borsoni e portapacchi”.

Lo scorso ottobre, in occasione del cicloviaggio breve “Dalle Cevenne alle Alpi”, ha pedalato per poco meno di 900 km e 10000 d+, in sella alla sua gravel del brand americano dai telai in alluminio e dalla monoforcella a sinistra.
Senza esagerare troppo con dislivello, pendenze e aria sottile, prediligendo salite abbordabili e mai troppo dure: “Non tutti i viaggi devono portare a conquistare vette ardite o a pedalare oltre i propri limiti” - precisa Cristian - “ma un’avventura anche se di soli cinque giorni è un concentrato di emozioni e scoperte che certe
persone non si sognano di godere in una vita intera e più.
Essenziale nella rotta, rigorosamente senza traccia, Cristian si affida a mappe cartacee 1:200.000 e istinto topografico: un cicloviaggio transfrontaliero per non comprovati motivi di necessità tra storia, paesaggi e tradizione della provincia e delle strade poco battute, esaltando il senso della traversata e del fai-da-te.
Partito senza assembramenti e in assolo dalla città di Montpellier, Occitania, Francia Meridionale, dove è giunto con i bus low-cost verdi con la scritta arancione, ha subito scalato il Mont Aigoual, a 1567 metri di quota nel cuore del Parco Nazionale delle Cevenne.
Poi sempre e solo verso est attraverso Vaucluse, Luberon e Alta Provenza. Piccoli cambi di programma a causa di alluvioni, strade interrotte e passi chiusi, lo hanno portato in Italia via Col de Larche senza mai oltrepassare i 2000 metri di quota.

A seguire Langhe e pianura padana celebrando il festival delle strade secondarie, In movimento da ovest verso est in “solitudine e autosufficienza” punti fermi del suo credo ciclistico. “ Solo ride significa allestimento generoso fatto di tenda per pernottare, fornelletto per cucinare, gambe per pedalare e testa per … prendere decisioni rapide ed efficaci e fissare indelebilmente nella mente colori, odori, fatiche, visioni, sensazioni, pensieri.
Cristian si definisce “esploratore della zona comfort. Nella fatica e nella scomodità, ricerco armonia, fluidità, il piacere della divagazione puntando una direzione e pensando tutto il giorno al fine tappa che è la mia personalissima ciliegina sulla torta. E per gustarti tutte le sfumature, devi avere risorse fisiche e mentali residue, oltre a qualcosa da sgranocchiare nelle borse. Se ci arrivi maciullato non servono champagne, ostriche e coquilles Saint Jacques freschissime a risollevare lo spirito!”
Cristian coltiva la naturale propensione a “piazzarsi in un bosco, accendere un fuoco, preparare una zuppa, defecare nel cespuglio, lavarsi alla meno peggio e soprattutto addormentarsi senza la paura di essere mangiati dal lupo cattivo al primo rumorino tra le fronde”. Questo è ciò che desidera. “Nella tue borse, nei tuoi frames , nel tuo sacco a pelo, nel tuo pentolino e nella tua tendina ci sono le cose che ti servono e volendo puoi fare a meno del resto del mondo”.

Il viaggio in bici e l’arte della marchetta in libertà
Cristian viaggia e si racconta per scelta personale e incondizionata e soprattutto a proprie spese.
Ciò detto, in questa e altre occasioni, Cristian ha testato per noi alcuni capi iconici PH .
In particolare le maglie in lana merinos NZ e i bib Atelier e Fast mettendoli alla prova di lunghe trasferte, tante ore in sella a testa bassa, igiene personale precaria e condizioni ambientali autunnali di bassa e media montagna.
Ne è uscito integro e soddisfatto, inclusi chiappette e gioielli di famiglia: il fondoschiena soprattutto ringrazia fondelli e materiali della salopette PH dall’ergonomia sublime a ridurre attriti e sfregamenti e resistenti a pilling e abrasioni.
Grazie alla membrana ad alta traspirabilità Gravity® che è in grado di proteggere dal vento e dall'acqua, nelle discese soleggiate di media montagna non è stato nemmeno necessario indossare il secondo strato.
Ma al bisogno in una delle tre tasche posteriori dal taglio a scalare della Maglia NZ, è sempre bene custodire la mantellina leggera WELL, rigorosamente coordinata nei colori, riflettente, antivento e antispruzzo, cui aggiungere una selezione di snack, inclusi gli esclusivi cioccolatini “Choco2Ride” realizzati appositamente per PH dai maître chocolatier cuneesi di TuttoCioccolato.
Nelle ripide discese a testa bassa, cervicale sempre a posto grazie al foggia del colletto lievemente rialzata.
E dove non è sufficiente, ci pensa lo scaldacollo seamless che vi stupirà per la sua versatilità: come tubolare per proteggere dal freddo il collo o da indossare sotto il casco … sempre ben allacciato.
Infine il CAP Pusharder “all’italiana”, iconico must-have da indossare con orgoglio come frontino, girato verso l’alto o verso il basso, prima, durante e dopo le uscite in bici.
Testa asciutta e accesa di notte e di giorno. E piedi al calduccio, grazie alle confortevoli calze Rock in lana merinos, traspiranti, a compressione graduata
e dai filati di altà qualità. Dal sud della Francia le richieste degli essentials PH non si contano più dopo il transito del nostro Pusharder dei viaggi verso casa!
A noi piace pensare che tutto ciò sia semplicemente vero #marchettaisthenewtruth
Non solo marchette …
Cristian è anche affetto da un irreversibile difetto del metabolismo glucidico, una patologia che si chiama “diabete di tipo 1”. “Ma - precisa - questa è un’altra storia, che potete approfondire su www.diabetenolimits.com”.





